Il Perfezionismo
💫 Il perfezionismo rappresenta in qualche modo il nostro tentativo di difenderci dalla paura di non essere abbastanza e mentre cerchiamo di proteggerci in realtà costruiamo la nostra gabbia.
Tutte noi vogliamo essere amate e desideriamo essere accettate e accolte, quando questo non avviene si crea in noi un disagio, un’insoddisfazione un malessere.
Il perfezionismo rappresenta in qualche modo il nostro tentativo di evitare di provare questo malessere per difenderci dalla paura di non essere abbastanza.
Ma nel tentativo di raggiungere un’ideale non realizzabile che ci permetta di piacere a tutti e mentre cerchiamo di proteggerci in realtà costruiamo la nostra gabbia in cui il perfezionismo ci relega.
Il perfezionismo non è la stessa cosa che sforzarsi di essere la migliore. Il perfezionismo non riguarda il raggiungimento di obiettivi, di successo, di bellezza, di magrezza, del lavoro giusto, di ricchezza. Il perfezionismo è la convinzione che se viviamo perfettamente, sembriamo perfette e agiamo perfettamente, possiamo minimizzare o evitare di stare male, di provare sensi di colpa, Serve a proteggerci, così crediamo, dal giudizio degli altri e dalla vergogna è però una prigione che pensiamo che ci proteggerà quando, in realtà, è la cosa che ci impedisce davvero di essere libere, di sentirci di valere abbastanza.
Il perfezionismo non è auto-miglioramento. Il perfezionismo si basa essenzialmente sul tentativo di ottenere approvazione e accettazione.
Chi è che non vorrebbe essere accettata e piacere a tutti. il problema nasce quando l’approvazione degli altri diventa rimedio per le nostre insicurezze.
Una variabile totalmente al di fuori del nostro controllo visto che non abbiamo potere su quello che possono percepire gli altri di noi MA SOLO COME NOI PERCEPIAMO NOI STESSE.
Da qualche parte lungo la nostra vita, abbiamo iniziato ad adottare questo sistema di credenze limitanti focalizzato sugli altri: cosa penseranno di noi? come ci vedono?
Anche per questo quindi la perfezione è irraggiungibile: non c'è modo di controllare la percezione altrui, indipendentemente da quanto tempo ed energia impieghiamo a provarci. Perché il sistema percettivo sensoriale e l’elaborazione di questi stimoli è propria di chi li percepisce e non di chi li produce.
Non abbiamo potere su quello che possono percepire, sentire, vedere, pensare gli altri di noi ma solo come noi percepiamo noi stesse.
Il perfezionismo è un sistema di credenze autodistruttive: è autodistruttivo semplicemente perché non esiste qualcosa di perfetto.
L’immagine che abbiamo di noi stesse è diventata l’insieme delle conoscenze, percezioni e delle valutazioni che pensiamo gli altri abbiano di noi.
Da qui nasce
Il Paradosso del Perfezionismo
Se riflettiamo su a COSA CI SERVE e a cosa ci è servito il perfezionismo nella nostra vita riusciamo a capire meglio questo paradosso.
Nella nostra esperienza affidarci alla ricerca della perfezione ci è stato in qualche modo utile da un punto di vista di sopravvivenza personale, pensavamo che così facendo saremmo riuscite a mantenere una buona immagine di noi stesse partendo da quella che avevano gli altri di noi. Abbiamo così cercato di Corrispondere a ideali di bellezza e bravura ai quali siamo state esposte fin da piccole. Anche se - purtroppo - questa logica è diventata un cane che si morde la coda.
La ricerca di corrispondere a qualcosa che non esiste ci ha portato ad una costante e periodica Insoddisfazione. L’insoddisfazione a sua volta ha generato bassa autostima e malessere e la sensazione di non essere mai abbastanza. Da qui il grande “Paradosso del Perfezionismo”.
CERCHIAMO DI NON SOFFRIRE PERSEGUENDO IDEALI DI PERFEZIONE E PROPRIO PER QUESTO CI TROVIAMO A STARE MALE.
Anche perché quando inevitabilmente ci scontriamo con la realtà imperfetta, umana e per questo reale, delle nostre vite sperimentiamo esattamente quello che volevamo evitare: malessere, vergogna, giudizio e senso di colpa, e spesso crediamo che sia perché non eravamo abbastanza perfette.
Quindi, piuttosto che mettere in discussione la logica difettosa del perfezionismo, diventiamo ancora più radicate nella nostra ricerca di vivere, guardare e fare tutto nel modo giusto/perfetto.
Il perfezionismo in realtà quindi aumenta le probabilità di sperimentare MALESSERE, INADEGUATEZZA E INSODDISFAZIONE e spesso porta all'auto-colpevolizzazione: “è colpa mia!”
Mi sento così perché "non sono abbastanza brava" (non abbastanza bella, non abbastanza “qualcosa” qualunque cosa sia).
Quindi il perfezionismo diventa un controsenso e invece di aiutarci a vivere sempre meglio ci ostacola, ci frena per la paura di sbagliare e per la possibilità di non essere per questo considerate,accettate e amate.
I BISOGNI ALLA BASE DELLA RICERCA DI PERFEZIONISMO
Alla base del perfezionismo c’è sì il desiderio di piacere agli altri (come abbiamo citato prima) ma dietro, o sotto per così dire, ci sono bisogni ancora più profondi e radicati.
La necessità che abbiamo di sentirci persone di valore, di essere abbastanza, è collegata al nostro bisogno di accettazione e appartenenza (bisogni essenziali per l’esperienza umana) la ricerca di corrispondere ad ideali di perfezione in vari aspetti della nostra vita ha a che fare direttamente con il nostro bisogno di essere amate.
La ricerca di perfezione risponde quindi a bisogni essenziali per l'esperienza umana quali l’accettazione, l'appartenenza e l'amore appunto.
Solo una cosa - dice la scrittrice Brené Brown - separa gli uomini e le donne che provano un profondo senso di amore e appartenenza dalle persone che sembrano lottare per trovarlo. Quella cosa è la credenza nella loro dignità, nell’essere consapevoli di valere, di essere abbastanza così come sono.
Il nostro bisogno di appartenenza e amore non può mai essere maggiore del nostro livello di auto-accettazione.
Il tutto è semplice e complicato allo stesso tempo: se vogliamo sperimentare pienamente l'amore e l'appartenenza, dobbiamo credere che siamo degne di amore e appartenenza (senza una approvazione esterna).
Questo significa che il mio valore di persona (di donna, di figlia, di mamma, di amica ecc) deriva non da quello che gli altri pensano di me ma deriva da “quello che penso di me stessa” da quello che sono, dalla mia identità.
SUPERARE IL PERFEZIONISMO ED ESSERE ABBASTANZA ADESSO
Quando ci concentriamo sul nostro essere, su chi siamo, sul nostro valore, sulla fiducia in noi stesse, sull’accoglierci, sul piacerci …solo così andiamo nella direzione giusta per superare i limiti del perfezionismo.
Quando riusciamo a lasciare andare ciò che gli altri pensano e PENSARE A NOI, A CHI SIAMO, alla nostra identità al nostro essere, otteniamo l'accesso al nostro valore, la sensazione che siamo abbastanza come siamo e che siamo degne di amore e appartenenza.
Credere di essere abbastanza, ora, proprio in questo momento è una grande sfida per la maggior parte di noi e per affrontare questa sfida al meglio bisogna ricordarci che la dignità personale, la meritevolezza, l’essere abbastanza non hanno pre-requisiti.
A differenza di quello che abbiamo sempre pensato, perché ci è stato insegnato e lo abbiamo inconsapevolmente fatto nostro, noi non abbiamo dei pre-requisiti delle caratteristiche specifiche per essere degne di essere amate e accolte.
Nel tempo abbiamo creato lunghi elenchi di pre-requisiti che ci hanno però bloccato:
Sarò abbastanza quando perderò 10 kg. Sarò accettata se apparirò più giovane, più bella. Sarò felice se diventerò mamma. Sarò degna se tutti pensano che io sia un buona mamma, una buona figlia, una buona amica. Sarò brava abbastanza quando otterrò quella posizione lavorativa, quando guadagnerò quella cifra, quando comprerò quella casa, quella cosa. Sarò degna se, e quando, sarò perfetta!
Questi messaggi sono ingannevoli, non importa quanto ci proviamo, pensiamo sempre di poter fare meglio, avere di meglio.
La perfezione, in questo senso, ci illude e ci mantiene infelici nonostante le cose belle che abbiamo già fatto e il valore che abbiamo a prescindere da questi pre-requisiti.
I pre-requisiti sono credenze limitanti perché proiettano nel futuro il nostro valore personale, legano il fatto di essere persone che valgono nella vita solo se e solo quando certe circostanze si verificheranno.
Non potremo mai essere abbastanza fino a quando non cambiamo questi messaggi e diciamo a noi stesse di essere abbastanza oggi, di essere di valore adesso, nel presente.
Questo è l’unico pre-requisito che ci serve, è un mantra che possiamo fare nostro dicendoci ogni giorno:
Oggi mi darò il permesso di pensare di essere di valore e meritare amore senza se e senza ma
essere chi sono e lasciare che questo sia abbastanza!
Darsi il permesso di essere abbastanza oggi così come siamo ci aiuta a sentire un senso di pace, ad accettarci e per questo ad essere pronte a dare il meglio.
Essere abbastanza significa darci un grande valore di appartenenza (di essere amate, accettate, accolte, ascoltate). Significa in sintesi AUTO-ACCOGLIERCI PER COME SIAMO.
Fondamentale in questo senso è
CAMBIARE GLI STRUMENTI DI VALUTAZIONE DEL NOSTRO VALORE PERSONALE
È un passaggio chiave!
Se ci facciamo guidare dai messaggi di perfezione come strumenti di valutazione di noi stesse come ad es: “posso sempre fare meglio e dove sono oggi non è mai abbastanza!”
Quello che facciamo oggi non andrà mai bene, chi siamo oggi non andrà mai bene.
O cambiamo paradigma oppure non percepiremo il nostro valore e non saremo in grado di accettarci.
Se non si è abituate si fa fatica ad affrontare la vita evitando di assecondare i messaggi di perfezionismo (interni ed esterni) perché ci manca un metro di valutazione alternativo che sia armonico, sano, un metro non giudicante.
Come possiamo trovarlo?
Possiamo utilizzare un po’ di clemenza e accoglienza guardandoci con occhi diversi e lavorando sul nostro valore e la nostra autostima.
Per poter coronare il bisogno di considerazione e accettazione da parte degli altri, è necessario innanzitutto soddisfare un bisogno di fiducia in noi stesse, di stima del proprio valore e lo possiamo fare anche grazie al POTERE DELL’IMPERFEZIONE solo così potremo togliere spazio al perfezionismo è alle sue conseguenze limitanti.
Se proprio volessimo davvero trovare qualche pre-requisito utile nella nostra vita allora potremmo scegliere il potere dell’imperfezione.
Se da una parte Il perfezionismo ci porta a definirci in base ai risultati che raggiungiamo e non ammette deroghe sul processo, non ci permette di guardare i progressi che facciamo, i passi in avanti, i miglioramenti ma solo la distanza che ci separa dallo standard perfetto che viene considerato come unico risultato accettabile. E non essendo flessibile, punta a risultati e obiettivi ideali ci porta a sperimentare continua insoddisfazione.
L’imperfezionismo invece si orienta invece verso il progresso-processo, ci invita a goderci il viaggio e a gestire con flessibilità le variabili che si frappongono lungo il tragitto.
Sapere che sei abbastanza è legato processo a prescindere dal risultato.
Ci illudiamo troppo spesso che rinunciando alle sfide ci preserviamo dagli errori e dai fallimenti. È difficile allontanarsi dall’idea che aver commesso degli sbagli ci renda delle persone sbagliate o anche dall’idea che non essere perfette in tutto ci renda per questo totalmente inadeguate.
Quando commettiamo errori, pensiamo che stiamo fallendo o non siamo all’altezza. Ma se la vita riguarda la sperimentazione, l'esperienza e l'apprendimento, allora essere imperfette è un ottimo pre-requisito.
La vita diventa molto più interessante quando lasciamo andare la nostra ricerca della perfezione e aspiriamo invece all'imperfezione.
Accogliere la realtà della nostra imperfezione non significa che non ci sforziamo di essere il meglio del nostro meglio. Accettiamo semplicemente che non esiste la perfezione, specialmente nella vita.
Il più bel dono che possiamo farci è superare il perfezionismo e avere il coraggio di accoglierci imperfette ma reali degne di amore.
Accettarsi non è rassegnarsi, significa accogliere chi siamo.
Nell’imperfezione risiedono i nostri tratti distintivi nell’imperfezione c’è la spinta al cambiamento, al miglioramento, ...imperfettamente. (perché non c’è spazio per progredire se si è già arrivati al traguardo)
Concederci l’imperfezione è il primo passo per capire che meritiamo di essere felici che ci meritiamo di piacerci.
Accettare l’essere imperfette significa coltivare il coraggio, la compassione e la connessione con noi stesse per:
Svegliarci la mattina e pensare: “non importa cosa ho fatto e quanto di me e della mia vita è imperfetto, io sono abbastanza.
Andare a letto la sera pensando: Sì, sono imperfetta, vulnerabile e talvolta impaurita, ma ciò non cambia la verità che sono anche coraggiosa e degna di amore e appartenenza.
Brené Brown
Per essere felici dobbiamo credere di meritarcelo ed è così per tutte noi, tutte siamo abbastanza, tutte siamo degne per poter fare progressi verso la migliore versione di noi stesse.
Accettare le imperfezioni è un modo per superare la paura della vergogna, del difetto, l’imperfezione che temiamo attirerà tutti gli sguardi e il giudizio degli altri.
Eppure gli unici occhi che ci giudicano così, con quella severità che non perdona nulla di imperfetto, sono quelli che vediamo nello specchio. Sono i nostri.
Accettarsi significa accogliere le imperfezioni e i limiti e iniziare a guardarli con occhi nuovi, consapevoli del nostro reale valore.
Accettarsi vuol dire sospendere il giudizio verso noi stesse e utilizzare le risorse che abbiamo a disposizione per fare un percorso di miglioramento di usare la perfezione solo come ispirazione e non come meta. Perché la chiave per star bene con noi stesse non è puntare a raggiungere un ideale, ma percorrere la strada verso la migliore versione di noi stesse… imperfettaMente.
E in fin dei conti la serenità e la riuscita, come abbiamo già sperimentato nelle nostre vite, si incontrano lungo il percorso non solo alla fine.
Trovare il giusto equilibrio richiede di rinunciare alle aspettative della perfezione… abbracciare l’imperfezione e concentrarsi sul progresso invece che sul risultato.
Ma ancora meglio del concetto di equilibrio può essere utile contrapporre al concetto di perfezionismo quello di armonia.
ARMONIA vs PERFEZIONISMO
Se da un lato la perfezione guarda al singolo risultato in un’ottica statica, l’armonia - che nella sua accezione originale ha riferimenti al mondo dei suoni e della musica - invece guarda all’insieme variegato di elementi. Armonia significa accordo, giusta relazione, unione, proporzione (perché non si può costruire un accordo a partire da un solo suono).
Armonia non rimanda a una condizione di immobilità ferma/statica, anzi, si tratta di una realtà dinamica e mutevole, nella quale dobbiamo imparare ad essere e a muoverci.
Come nella musica una successione di accordi consonanti ci può risultare stucchevole o una serie di dissonanze ci può irritare, così anche nella vita come nella musica, l'armonia nasce dal dialogo tra consonanza e dissonanza, tra pause e silenzi, tra rumore e suono.
Mentre La bellezza perfetta è tendenzialmente un concetto statico ci rimanda ad un’idea di bellezza ideale per certi sensi nobile ma immobile, poco vitale.
l’Armonia e la BELLEZZA ARMONICA per definizione come abbiamo detto evoca un movimento, un dinamismo, una compenetrazione tra più elementi in relazione tra loro, elementi che fusi insieme creano un’unione gradevole, un’armonia appunto.
Per questa natura mutevole bellezza e armonia sono molto più vicine rispetto a bellezza e perfezione.
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