Da dove partire per piacersi di più
Facciamo una premessa, un mito da sfatare:
Non c’è niente di male a cercare di piacersi di più, a volersi sentire + belle e ricercare strategie per questo tipo di obiettivo.
Non è un bisogno superficiale, qualcosa di frivolo e di cui vergognarsi, anzi!
Volersi piacere di più e alla base di un bisogno fondamentale umano che riguarda la ricerca di amore, di accettazione di appartenenza. Siamo portate a trovare razionalmente o inconsciamente strategie per comprovare il nostro valore come persone, modi per confermare a noi stesse e a chi ci circonda che valiamo, che siamo per questo degne amore, di accettazione e di inclusione.
Il fatto che questa ricerca di piacere sia legata saldamente a questioni estetiche- relative alla nostra immagine e al nostro corpo - è qualcosa che risale ai nostri antenati e che non riguarda solo la società moderna, come si potrebbe pensare in un primo momento. Mi riferisco al fatto che il concetto di bellezza è sicuramente variato nei secoli e nelle culture ma si è sempre ricollegato all’immagine percepita.
Ecco quindi che il desiderio di piacersi di essere più belle è da considerarsi come qualcosa di profondo e prezioso nelle nostre vite anche se riguarda qualcosa considerato generalmente superficiale perché collegato primariamente all’immagine di sé, all’apparenza.
Ed ecco anche perché ho scelto di creare un podcast proprio per coltivare il gusto di piacersi e contribuire così a soddisfare un nostro bisogno profondo primario.
Per iniziare a piacersi di più bisogna innanzitutto, tenere conto che il concetto di “bellezza” è qualcosa di reale, sì, non è qualcosa di superficiale, ma non è un concetto oggettivo.
Come dice bene Galimberti in una delle sue dissertazioni:
La bellezza sfugge a ragionamenti razionali!
La bellezza è qualcosa di soggettivo è qualcosa che dipende dai sensi, dalle nostre percezioni della realtà, e le percezioni sono sempre personali perché collegati al significato che noi diamo alle cose, significati che si costruiscono sulla base della nostra esperienza, della nostra storia personale, della nostra vita così come della cultura o epoca storica in cui viviamo.
I SENSI, LE NOSTRE PERCEZIONI non sono quindi qualcosa di assoluto, sono relativi, relativi a chi li prova, relativi al soggetto che li percepisce.
Se quindi i sensi sono relativi e la bellezza dipende dai sensi anche la bellezza non può che essere soggettiva.
Un’altra considerazione da fare sulla bellezza è che la bellezza È qualcosa di immediato, è qualcosa che ti colpisce , che non è totalmente spiegabile con la razionalità.
Noi ci piacciamo in base alla percezione immediata, istantanea che abbiamo di noi stesse. Quindi per Essere belle (passatemi la semplificazione), per piacersi bisogna sentirsi belle e agire su fattori in nostro potere, in nostro controllo.
L’effetto che ci fa guardarci allo specchio, dipende quindi dal significato che noi attribuiamo ai nostri sensi, e su questo basti pensare a come possiamo piacerci un po’ di più un giorno rispetto al giorno dopo anche se magari non siamo poi così diverse e questo dipende da tantissimi fattori che nelle varie puntate di questo podcast esploreremo insieme: che riguardano elementi estetici ma anche elementi psicologici, di mindset, che si influenzano vicendevolmente tra loro e su cui noi in prima persona abbiamo il potere di agire.
Il potere che hanno l’abbigliamento, il make up, ma anche la postura, la skin care, il linguaggio che usiamo con noi stesse, i contenuti mediatici che scegliamo di leggere, vedere e ascoltare, le persone di cui ci circondiamo, gli ambienti che frequentiamo, quello che acquistiamo, la persona, l’identità che quotidianamente coltiviamo - attraverso le nostre azioni pensieri e parole - … tutto questo ha un impatto sulla percezione di noi stesse.
LA STRATEGIA FONDAMENTALE PER INIZIARE A PIACERSI DI PIÙ
Quello che condivido con voi oggi è la strategia fondamentale per iniziare a Piacersi di Più ma anche per smettere di vivere giornate di insoddisfazione, giornate in cui siamo abituate a spostare nel futuro, nel momento in cui saremo come pensiamo di dover essere, la nostra felicità…quelle giornate in cui diventiamo -purtroppo- artefici del nostro auto-sabotaggio.
La strategia che ci serve per piacerci di più ha alla base quelli che io chiamo:
IL CIRCOLO VIRTUOSO DEL PIACERE E DELLA SODDISFAZIONE che adesso vi vado a spiegare
e il suo opposto, quello che mettiamo molto più spesso in pratica che è IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’INSODDISFAZIONE E DELL’AUTOSABOTAGGIO
IL CIRCOLO VIRTUOSO DEL PIACERE E DELLA SODDISFAZIONE
prevede/coinvolge 3 elementi chiave:
Piacersi/essere soddisfatte
Cura di sé (self care)
Autostima, fiducia in se stesse
Questi 3 fattori si autoalimentano tra di loro all’interno appunto di un circolo virtuoso. Cosa significa:
Il piacersi genera cura di sé (amore attenzione verso se stesse -self care), che a sua volta alimenta il livello di soddisfazione e di fiducia personale verso noi stesse e questo porta a un miglioramento della propria autostima, che a sua volta genera benessere e piacere e il circolo virtuoso si continua ad autoalimentare.
È un vero e proprio circolo virtuoso di miglioramento fuori e dentro.
Questo si contrappone a UN CIRCOLO VIZIOSO a cui siamo abituate che purtroppo è anche il nostro ostacolo principale per coltivare il gusto di piacerci.
IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’INSODDISFAZIONE E DELL’AUTOSABOTAGGIO
Questo circolo vizioso presenta anch’esso 3 elementi che si contrappongono a quelli del circolo virtuoso positivo.
I fattori chiave qui sono:
L’insoddisfazione (uno stato di malessere di base una sensazione di non andare bene così come si è)
Il disprezzo di sé, il body shame (un linguaggio e un atteggiamento sminuente)
La sfiducia in se stesse (sottovalutazione di sé)
Come funziona?
Quando viviamo in un stato di insoddisfazione verso noi stesse, per come siamo, si genera un senso di disprezzo e e di vergogna di tutto quello che ci riguarda e a sua volta questi producono una sensazione di sfiducia, di dis-valore sulla nostra persona e siamo così portate a sottovatutarci/sottostimarci e a sua volta questo continua a produrre un malessere e un’insoddisfazione costanti.
Quindi in sintesi il circolo vizioso dell’insoddisfazione e dell’autosabotaggio passa attraverso uno stato di insoddisfazione, il disprezzo di sé, la svalutazione personale e il calo di autostima.
Se questo circolo vizioso fino ad oggi non ci ha aiutate a stare meglio vale sicuramente la pena di concentrarci di più sul circolo virtuoso del piacere e della soddisfazione.
Cosa significa in pratica adottare questa strategia con alla base il circolo virtuoso?
Vuol dire agire su uno degli elementi del circolo virtuoso che dipende da noi, che è in nostro potere, su cui abbiamo il controllo che coincide proprio con il SELF CARE, con cura di sé: un approccio che ci porta ad essere care giver di noi stesse.
3 LIVELLI DI SELF CARE
Voglio condividere con voi 3 livelli di self care che possono quindi aiutarci ad entrare e soprattutto a restare nel circolo virtuoso del piacere.
LIVELLO 1 - L’Auto-accoglienza
Il primo livello DI SELF CARE riguarda l’accoglienza. Ci siamo già sentite dire più volte ama te stessa, accettati così ti piacerai di più. Io preferisco usare il termine accogli te stessa, autoaccogliti perché è un termine dal significato etimologico prezioso infatti accogliere deriva da “acolligere” che ha il significato di “ricevere qualcosa o qualcuno”. Metaforicamente è come se noi aprissimo la porta di casa a qualcuno che arriva ad un ospite da accogliere: noi stesse!
Come accogliamo qualcuno di importante che bussa alla nostra porta? molto probabilmente la accogliamo con rispetto, con gentilezza, con apertura ai bisogni che ha questa persona (per esempio le offriamo da bere, le offriamo da sedersi in un posto comodo) e lo facciamo attraverso l’ascolto, l’ascolto delle sue necessità esplicite e meno esplicite; questi elementi nel loro insieme costituiscono la base dell’accoglienza verso noi stesse.
Quale ospite è più importante e merita maggiormente questo tipo di comportamento se non proprio noi stesse?
Una delle prime cose che suggerisco nei percorsi di consulenza che faccio in relazione allo step sull’autoaccoglienza consiste in una sessione di approfondimento sull’a propria identità, su chi si è, sul conoscere meglio l’ospite che bussa alla propria porta in modo da poterlo accogliere preparate. Anche se sembra superfluo perché pensiamo già di conoscerci benissimo è utile chiederci:
Che cosa è davvero importante per me?
Che cosa fa la differenza nella mia vita e sulla quale concentro le mie energie?
Che cosa mi fa stare davvero bene?
Domande così domande che ci aiutano a riconnetterci con noi stesse, con il nostro sé, con chi siamo e con i nostri bisogni. È solo imparando di cosa ha bisogno il nostro ospite speciale che possiamo saper rispondere con qualcosa in grado di soddisfare quei bisogni e di produrre così uno stato di soddisfazione.
LIVELLO 2 - Body Listen & Body Kindness
Il livello 2 di self care è quello della Body Listen (dell’ascolto del nostro corpo) e della Body Kindness (gentilezza, attenzione e cura di sé).
Concetti chiave per percepirci subito meglio, per piacerci di più. Basti pensare ad esempio a quei giorni in cui ci prendiamo veramente cura del nostro corpo mettendoci in ascolto delle sue esigenze, anche con gesti veramente molto semplici come la skin care (la cura della pelle attraverso esfoliazioni e creme specifiche), oppure con un semplice bagno rilassante, o tutte quelle sessioni, quegli appuntamenti di benessere che ci dedichiamo periodicamente e che ci fanno stare bene sensorialmente ma anche psicologicamente, perché influiscono sul nostro stato d’animo. Anche una semplice maschera per il viso o una manicure, tutti gesti attraverso i quali comunichiamo a noi stesse attenzione e cura.
Per migliorare la nostra body kindness possiamo partire chiedendoci:
Come stiamo trattando il nostro corpo quotidianamente? Stiamo ascoltando al meglio le richieste che ci trasmette?
Come possiamo prenderci più cura di noi?
Come possiamo aumentare le attenzioni verso quello che ci comunica il nostro corpo?
Possiamo mettere in agenda un appuntamento di body kindness per noi stesse che risponda a specifiche esigenze. Perché non basta rispondere meccanicamente programmando sessioni di benessere a caso ma serve imparare a rispondere ai bisogni che il nostro corpo ci comunica, imparando ad ascoltarli e a rispondere in sintonia a quelle necessità.
Nel momento in cui soddisfiamo i bisogni di self care, che riusciamo a cogliere ascoltandoci di più, il benessere che ne traiamo e il piacere che ne deriva è immediato.
Come abbiamo visto nel circolo virtuoso: il benessere porta cura di sé e a sua volta si accresce il livello di autostima e sicurezza personale.
LIVELLO 3 - Il linguaggio con cui comunichiamo
Il terzo step è quello riguardante la comunicazione interna (verso noi stesse) il self care talking. Il linguaggio è importantissimo, avere un linguaggio e dei pensieri consapevoli/“mindful” significa comunicare con noi stesse con un’attenzione e un rispetto diversi da quelli che utilizziamo normalmente, che non ci fanno sentire così bene, perché magari sono messaggi di tipo dispregiativo ed estremamente critici/giudicanti.
Che linguaggio usiamo verso noi stesse?
Che pensieri e considerazioni generiamo, che la nostra testa in qualche modo produce, quotidianamente, più volte al giorno?
Cosa ci diciamo quando ci guardiamo allo specchio o quando osserviamo una parte del nostro corpo?
usiamo parole gentili? oppure usiamo giudizi negativi e disprezzanti?
Come possiamo se usiamo giudizi negativi e disprezzanti cambiare quelle espressioni a favore di un linguaggio più positivo e di stima verso di noi?
Non dobbiamo pensare di doverci dire delle cose finte a cui non crediamo tipo “oggi vestita così sono proprio una dea”, possiamo partire da qualcosa di piccolo, anche una piccola parte di noi che in qualche modo ci piace e enfatizzare il nostro giudizio.
Questo approccio crea un effetto domino, partendo dalla valorizzazione di una parte di noi pian piano ci allargheremo su altri aspetti, è una sorta di allenamento che volta dopo volta ci rende più brave.
Fa parte sempre di questo terzo livello sulla comunicazione un livello di comunicazione diverso, non solo quindi il linguaggio con cui parliamo a noi stesse della nostra immagine ma anche come la nostra immagine parla di noi, come la nostra immagine comunica fori di noi.
Qual è il messaggio che la nostra immagine trasmette all’esterno?
Come esprimiamo noi stesse, la nostra personalità?
Ad esempio: Qual è la postura del nostro corpo?
Spalle aperte, schiena dritta e mento un po’ sollevato possono comunicare all’esterno l’immagine di una persona sicura di sé ma la cosa meravigliosa è che ci sono studi scientifici che hanno dimostrato come a seconda della posizione che assumiamo rilasciamo all’interno del nostro corpo delle sostanze chimiche naturali che ci fanno realmente percepire la sicurezza, dei neurotrasmettitori come serotonina e dopamina che fanno da boost naturali alla nostra autostima, alla nostra sicurezza.
Oltre alla postura, sempre legato a come comunichiamo con il nostro corpo la nostra immagine c’è il tema dei colori e delle forme.
Quali colori indossiamo?
I colori e il potere dei colori nell’auto-valorizzazione personale è un tema enorme che non potrò esaurire in questo episodio ma basta per ora sapere che a seconda dei colori che indossiamo possiamo trasmettere emozioni e sensazioni diverse in relazione al potere comunicativo intrinseco di un certo colore.
Per essere più coerenti con l’immagine che vogliamo trasmettere di noi stesse fuori e che però vogliamo noi per prime percepire usiamo i colori con consapevolezza ed intenzionalità.
Ci sono tantissime risorse gratuite su questi temi, tante figure di riferimento molto valide nell’ambito della consulenza d’immagine e dell’image styling e coaching.
Eccone alcune tra le mie preferite:
Questo livello di self care è legato all’auto-valorizzazione della propria immagine attraverso tecniche specifiche che passano dal colore all’uso strategico del “potere delle linee” nell’abbigliamento e negli accessori. Queste strategie possono davvero migliorare la percezione che abbiamo di noi stesse ma anche comunicare con coerenza, un’immagine esterna che parla davvero di noi nel migliore dei modi.
Possiamo lavorare anche in maniera autodidatta laddove non siamo disposte a prendere una consulenza professionale, e migliorare un po’ alla volta come la nostra immagine comunica a noi e al resto del mondo, chi siamo.
Nel momento in cui siamo pienamente noi stesse, nel momento in cui ci prendiamo cura della nostra personalità e di come la comunichiamo ci piaceremo sicuramente di più perché la nostra autenticità, unicità saranno valorizzate ed evidenti a noi per prime e poi sicuramente anche a tutti gli altri.
Altri elementi di self care appartenenti alla comunicazione della propria immagine che influiscono sulla percezione di quanto ci piacciamo sono cose che sicuramente già conoscete come trucco e capelli ma che viste con questa prospettiva prendono un significato un po’ diverso.
Tutto questo contribuisce alla percezione positiva che abbiamo noi di noi stesse, il nostro gusto di piacerci.
Piacerci di più non significa mirare alla perfezione che come ben sappiamo è un’illusione, piacerci di più in questa prospettiva significa prenderci cura di noi sui vari livelli di self care possibili e uscire dal circolo vizioso autosabotante del disprezzo di sé e dell’insoddisfazione entrando invece nel circolo virtuoso del piacere e della soddisfazione per un nostro benessere immediato.
L’ultimo concetto chiave di questo episodio - che probabilmente tornerà anche in futuro in questo podcast - è quello legato ad un approccio di cambiamento e di sperimentazione di questi suggerimenti che per funzionare al meglio deve essere fatto a piccole dosi, a piccoli passi, non serve stravolgere a 360° qualcosa per ottenere un risultato tangibile.
Prendete uno dei livelli di self care da quello sull’accoglienza a quello sulla body kindness o ancora quello sul linguaggio di cui abbiamo parlato oggi scegliete qualcosa che vi risuona e partite da li.
Sorridete
Cambiate le frasi con cui vi parlate quando vi guardate allo specchio
Mettetevi il vestito che vi fa stare bene e che vi rappresenta
Concedetevi delle pillole di piacere perché: